mercoledì 31 agosto 2011

Santa Fe


Santa Fe è davvero una città insolita, come un po' tutto il New Mexico. Anzitutto la città si trova a 2100 metri di quota ed è la più "alta" città degli stati uniti: nelle guide dicono addirittura di fare attenzione a far lunghe passeggiate se si viene dal mare perché si potrebbe avvertire la differenza di quota.

Inoltre è anche la più vecchia città degli stati uniti, essendo stata fondata nel 1610 ad opera degli spagnoli. La città in effetti è stata spagnola prima e messicana poi fino al 1846. E di tutto questo, stranamente, sono rimaste ampie tracce.

Palazzo dei Governatori - Santa Fe . N.M.
Il Palazzo dei Governatori è il più antico edificio pubblico tuttora esistente negli stati uniti: infatti una prima costruzione di questo palazzo è appunto del 1610. Per gli standard di qui 400 anni sono un tempo lunghissimo.

L'architettura infatti è del tutto diversa da quella delle altri grandi città americane: un centro con strade piccole, casette basse stile "messicano".
Il centro di Santa Fe - N.M.
Certamente è una città piccola con i suoi 70000 abitanti, ma come capita spesso negli USA è la capitale dello stato. Qui in effetti ci sono anche ampie ragioni storiche. Tra l'altro hanno avuto non pochi problemi a diventare uno stato degli stati uniti perché erano considerati troppo "messicani": in effetti lo erano.

Nella visita della città mi sono dedicato soprattutto al museo di storia del New Mexico, uno dei pochi stati americani ad avere una qualche storia significativa. Interessanti anche le missioni e le chiese costruite nei secoli: anche se quello che vediamo oggi è stato per lo più ricostruito. Dettagli questi a cui gli americani non fanno molto caso. Ci sono non poche missioni spagnole "finte", nel senso che erano andate completamente distrutte e sono state ricostruite recentemente "simili" per motivi turistici.

Domani ultimo lungo giro in auto con cui mi avvicinerò a Denver ed al mio rientro in Italia.

lunedì 29 agosto 2011

I tombaroli


Oggi nell'attraversare l'Arizona ho visitato il parco della foresta pietrificata. E' un parco in mezzo al nulla, nel deserto del Colorado, lungo la famosa Route 66. Per la mia gioia non è frequentatissimo.

Vecchia indicazione della Route 66 Chicago - Santa Monica - Petrified Forest N.P. - Arizona

Il deserto del Colorado - Petrified Forest N.P. - Arizona

Il filmato del centro visitatori, proiettato su richiesta perché non c'era mai nessuno a guardarlo, racconta che il luogo era stato scoperto da uno spagnolo nel 1550 circa che non ci trovò nulla. Poi l'uomo bianco non ci ha messo più piede fino al 1855 quando c'è passato l'esercito americano per fare una mappa della zona perché ci sarebbe passata la ferrovia. Ed hanno scoperto la foresta pietrificata che fino ad allora i nativi avevano lasciato come la Natura ce l'aveva lasciata.

Arriva l'uomo bianco e succede di tutto: dinamite per far esplodere il legno pietrificato casomai contenesse qualcosa di prezioso, ma non era così. Solo comune quarzo. E allora l'uomo bianco si limita a depredare la zona per vendere il legno pietrificato ai turisti. In passato lo facevano proprio i turisti. C'è un pezzo di diario nel parco dei primi del '900 [quando era già reato federale raccogliere legno pietrificato] "Stiamo guardando per capire cosa lasciare e cosa portare via..."

Tutt'ora i tombaroli americani rubano una tonnellata al mese di legno pietrificato. Rivenduto tra l'altro nel negozio dentro il parco con la scritta "Questo legno pietrificato è stato raccolto legalmente fuori dal parco": immagino che il tombarolo l'avrà gettato nel giardino di casa sua per poi raccoglierlo legalmente fuori dal parco. Volevo chiedere al ranger se non trovava una contraddizione vendere legno pietrificato dentro il parco (fuori ce ne sono a bizzeffe) con il "non prendete nulla, salvate il parco!" ma poi nel timore del pensiero "E secondo te io il mutuo della casa come lo pago?" ho lasciato perdere.

Quello non è stato portato via rimane comunque affascinante.

Tronchi pietrificati - Petrified Forest N.P. - Arizona

Visto da vicino è anche più impressionante.


Una sezione di tronco - Petrified Forest N.P. - Arizona

Poi nel centro visitatori c'erano anche dei pezzi levigati come quelli venduti nel negozio accanto.

Legno pietrificato levigato nel centro visitatori - Petrified Forest N.P.

Una parte del parco è dedicata a quello che lo spagnolo del 1550 aveva chiamato "Il deserto colorato": in effetti qui, come anche in altri zone desertiche devo dire, si trovano molti colori diversi. Il che non mi spiega come mai questo parco sia tanto sottovalutato. A me, a parte la tratta del legno, è piaciuto molto.

Le rocce della foto seguente non sono "sporche": quel colore nero è proprio il loro colore naturale.

Black Mesa - Painted Desert - Petrified Forest N.P. - Arizona

Da lì mi sono portato ad Albuquerque, New Mexico.


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La polizia

[Torna dal Capitano senza i due sportelli anteriori dell'auto]

"Ehi dico, ma non ci dovrebbero essere due sportelli?"
"A lei non sfugge niente Capitano"
"Eh, trent'anni nella polizia"

Ho incontrato la polizia dell'Arizona. E non nemmeno perché. Stavo facendo le mie solite duecento miglia: stavolta, caso raro, ero nella interstatale e c'erano dei lavori in corso (strano non ci sono mai...) o come dicono qui "I tuoi dollari delle tasse al lavoro". Arrivano i soliti cartelli "Rallentare", rallento, soprattutto perché c'era il poliziotto.

Dopo un po' mi vedo arrivare dietro questa sorta di giostra viaggiante con tutte le lucine gialle, rosse e blu lampeggianti. Accosto, aspetto, arriva il poliziotto al finestrino. Mi dice di avvisarmi che stavo guidando nella corsia riservata all'emergenza. Poiché c'erano i lavori un cartello diceva di stare sulla corsia di sinistra e lasciare libera la corsia di destra (in cui passavano auto su auto mentre parlava). Avrà avuto ragione, io il cartello non l'ho proprio visto. Me lo sono anche fatto ri-spiegare e me lo ha pazientemente rispiegato mentre auto su auto continuavano a passare dove non si poteva. Mah...

Poi prende la patente, appura il mio indirizzo preciso e mi dice che va a controllare. Dopo qualche minuto mi da un verbale da firmare spiegandomi nell'inglese più semplice che conosceva "No money, only warning", cioè che non dovevo pagare nulla, ma che era solo un verbale di avvertimento (??). Lo faranno così una seconda volta un altro poliziotto già sa che sei stato "avvertito".

Il verbale giustifica la sua esistenza in un altro modo. "I verbali di avvertimento sono emessi come gentilezza e per ricordarti di fare la tua parte nel promuovere la sicurezza nelle nostre autostrade rispettando rigorosamente il codice della strada". Mah...

Sarà che anche l'orario in Arizona non aiuta.

L'ora in Arizona

Sopra l'Arizona c'è lo Utah nel quale stato adesso ad esempio sono le 23:13, come anche nel New Mexico da dove scrivo. L'Arizona trovandosi nello stesso fuso orario dello Utah dovrebbe avere la stessa ora, invece no. In Arizona non c'è l'ora legale: così in estate hanno il fuso orario della California (e quindi sono le 22:13), in inverno quello della Utah. Con il bel risultato che alle 7 di sera in estate è tutto buio. Ma non fosse già abbastanza complicato la "Navajo Nation" - la riserva indiana che è quasi interamente dentro l'Arizona - applica l'ora legale. Motivo per cui in luoghi, come i centri visitatori dei parchi, si trovano quattro orologi. E tra l'altro gli orari di molti negozi sono insoliti tipo "8 am - 5 pm" invece del classico "9 am - 6 pm".

Mah...

Una bella giornata

"Questa è una rapina dillo tu che hai la voce più grossa"
[...]
"Questa è... Questa è... "
"... è proprio una bella giornata" [sono nella sede della polizia]

La visita al Grand Canyon è stata una bella giornata, molto più tranquilla delle attese. Dopo l'esperienza di un parco affollato come Yosemite, temevo il peggio nel parco più famoso al mondo. Invece è tutto filato molto liscio a parte il tempo che è iniziato a peggiore, ma quando ormai avevo quasi concluso il giro.

Sono arrivato a quelle che credevo fossero le nove (ma del fuso orario dell'Arizona parlerò in seguito) e mi sono recato al centro visitatori dove ho visto il film introduttivo del parco, come in tutti i parchi. Ho anche comprato un blu-ray con una sintesi di vari parchi americani, superando i dubbi del commesso che mi avvisava in più modi temendo che non avessi capito che quell'oggetto non funziona con i normali lettori DVD. Anche sulla tecnologia in america servirebbe un post. Si può ben dire che gli avanza.

Quindi prendo l'autobus per vedere la parte ovest del parco, anche se per buona parte camminerò lungo il bordo del canyon usando l'autobus solo per il ritorno.

verso Hermit's Rest - Grand Canyon N.P. South Rim

verso Hermit's Rest - Grand Canyon N.P. South Rim
Camminare lungo il bordo del canyon era piacevole, la temperatura non altissima e si poteva gustare appieno la meraviglia che si aveva vicino. Certo suonano davvero assurde le parole dette dalla prima persona che lo ha visto "Questo luogo resterà isolato e ignorato per secoli". In effetti non ci sono minerali preziosi e non ci possono allevare mucche o coltivare grano. Un luogo inutile per lo standard dell'epoca.

Strada facendo mi sono anche divertito a far foto a dei fiorellini.


Dopo essere arrivato alla capanna "Hermit's Rest" sono tornato indietro al centro visitatori, ripreso l'auto per visitare la parte est del parco, la "Desert View". Dove si trova la famosa Torre di Guardia, da cui si può vedere ancora più dall'alto il parco.

Watch Tower - Desert View - Grand Canyon N.P. South Rim
Da lì il panorama del Grand Canyon era "modificato" dalle nuvole.

Desert View immersa nelle nuvole - Grand Canyon N.P. South Rim
Per finire vi lascio con qualche immagine del fiume Colorado che passa in mezzo al canyon. Sembra piccolo, ma non lo è per nulla.

Fiume Colorado dal centro visitatori - Grand Canyon N.P. South Rim

Fiume Colorado da Hermit's Rest - Grand Canyon N.P. South Rim

Fiume Colorado verso Desert View - Grand Canyon N.P. South Rim

Lasciato il parco, mi sono diretto a Flagstaff, 80 miglia più a sud dove avevo trovato un motel economico. Ed ho scoperto che, in inverno, è una località sciistica dell'Arizona. Non avrei mai immaginato che in Arizona ci fossero località sciistiche.


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sabato 27 agosto 2011

In middle of nowhere

Il lungo viaggio di oggi fino al Grand Canyon è iniziato con un incoraggiante "Prossimo distributore 100 miglia" [160 km]. Ed in effetti nelle prime due ore di viaggio dopo "29 Palms" (lo scrivono proprio con il numero) c'era solo il deserto ed era deserta anche la strada. Io adoro viaggiare così.

Deserto a est di 29 Palms - California

Alla fine dopo 110 miglia sono arrivato a Parker, sperduta cittadina dell'Arizona. Cambiato fuso orario, persa un'ora. Il paese oltre che sperduto sembra anche molto povero. Arrivato dal benzinaio, per la prima volta, qualcuno mi ha fatto benzina e il figlio mi ha lavato il vetro. In genere bisogna arrangiarsi ed agli sembra piacere fare la stessa cosa in tanti modi diversi, anche i distributori non fanno eccezione. Ognuno funziona in un modo diverso dall'altro: c'è quello che ti fa lo sconto se paghi in contanti, quello che praticamente non li vuole, quelli in cui devi per forza pagare prima alla cassa, quelli in cui puoi pagare solo alla pompa. Come il modo per accendere una lampadina: a volte si gira una rotella, a volte il "normale" interruttore, a volte altri meccanismi naif. O per la doccia dove a volte c'è una sola manopola che si può girare da una parte per l'acqua fredda, dall'altra per l'acqua calda; altre volte la stessa manopola si può girare solo in una direzione, prima arriva l'acqua fredda poi continuando a girare arriva l'acqua calda; altre volte ci sono due manopole, una per l'acqua fredda ed una per quella calda, ma una volta ne ho trovate _tre_.

Lasciata Parker, ho preso la strada panoramica lungo il fiume colorado: con le dighe che sono state messe, si sono creati dei laghi che vengono usati in modo ricreativo. Era impressionante da un alto c'era il deserto, dall'altro vedevi un motoscafo correre nel lago in mezzo al verde. Metà del turismo americano andrebbe in difficoltà senza quel fiume.

Deserto nei dintorni di Parker - Arizona

Uno dei laghi sul Colorado - Parker, Arizona

Arrivato a Kingman, ho preso la famosa Route 66, che mi ha deluso. Era segnata come strada "paesaggistica", ma non c'era nulla da vedere. Pascoli e allevamenti di mucche, e non sono proprio una novità. Ormai li ho visti dappertutto, dal confine con il deserto alla riva dell'oceano.

Alla fine dopo sette ore di viaggio sono arrivato al mio albergo, ma non ho resistito a far subito un salto al Grand Canyon, dato che l'albergo è a 5 minuti dall'entrata del parco.

Ecco una prima anticipazione.

Grand Canyon - Grand Canyon N.P. - Arizona

Grand Canyon - Grand Canyon N.P. - Arizona

Domani lo visito con calma, anche se l'affollamento non so se mi farà restare calmo.



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venerdì 26 agosto 2011

Il deserto


Con la tappa successiva ricomincia il viaggio verso est di 1300 miglia "nominali", cioè facendo il percorso più breve. Immagino che ne farò almeno 2000 in questa ultima settimana.

Oggi intanto ho fatto le prime 250 ed ho visitato, meglio attraversato, il Joshua Tree National Park, cioè il parco nazionale nel deserto del Mohave. La temperatura è passata dai 25 gradi ventilati di San Diego ai 40 gradi circa del deserto. Quanto a metà strada sono sceso di macchina per pranzare, quasi non credevo al caldo che c'era: ormai non c'ero più abituato.

Il deserto devo dire che si presenta bene.

Joshua Tree N.P. - California

Esplorando il parco, può sembrare strano per un deserto, ma si incontra distinti tipi di vegetazione che poi sono uno dei motivi che giustificano il parco stesso.

Ocotillo - Joshua Tree N.P.
Questi strani alberi chiamati "Ocotillo" sono il primo tipo di vegetazione che si incontra. Proseguendo ci si imbatte in un'altra pianta del deserto.

Cactus Cholla Orsacchiotto - Cholla Garden - Josha Tree N.P.
Questi cactus gialli e alti un metro creano un panorama molto particolare.

Cholla orsacchiotto

Infine, poiché ho visitato il parco al contrario si incontrano a perdita d'occhio i famosi Joshua Tree.

Joshua Tree - Joshua Tree N.P.

Domani mi aspetta una lunga tappa che mi porta a 5 miglia dal grand canyon dove sono riuscito a prenotare un motel. Ma prima di allora mancano 385 miglia (620 km) ed almeno otto ore di viaggio. Una parte del quale sarà attraverso la famosa Route 66, la storica autostrada Chicago - Santa Monica, dismessa nel 1985 di cui oggi esistono solo alcuni tratti.



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San Diego

Sicuramente a San Diego avrei voluto starci più tempo. Di tutte le città della california alla fine è quella che mi è piaciuta di più. Senz'altro ha contribuito anche il clima che finalmente è stato sereno da mattina a sera ed è sparita quella noiosa nebbia che sembra avvolgere tutto il resto della costa californiana, almeno fino al primo pomeriggio.

Il centro di San Diego visto dal porto.

Nel mio giorno e mezzo di visita, dopo essermi sistemato in uno dei miei migliori alberghi in cui sia stato finora, mi sono tuffato a vedere la USS Midway, la famosa portaerei che adesso è un museo galleggiante. Ci sono arrivato alle 3 e purtroppo chiudeva alle 5 e due ore sono assolutamente insufficienti per visitarla: da un lato non è proprio piccola, ci stavano 3500 persone, dall'altra ci sono filmati da vedere ovunque, visite guidate, ..

Il ponte della Midway visto da prua
Certamente vivere in quella nave era faticoso, tranne che per gli ufficiale di grado alto che avevano un po' di spazio in più.

Il giorno seguente ho fatto in tour della città sull'autobus "turistico": c'erano 10 fermate e si poteva scendere e riprendere un altro autobus più tardi. L'unico vincolo, davvero fastidio in tutta San Diego, era l'orario: alle cinque chiude tutto e l'ultimo autobus passa alle cinque. (E il primo alle 10).

Io mi sono fermato a Coronado, una città _dentro_ San Diego, in un'isola vicina collegata da un bellissimo ponte. Città che oggi è chiaramente luogo turistico per persone danarose.

Una strada vicino alla spiaggia a Coronado
La spiaggia di Coronado
La tappa successiva è stata il parco Balboa, un altro parco immenso dentro la città con 15 musei sugli argomenti più vari. Ero interessato al museo della scienza, soprattutto per alcuni documentari, ma non avevo abbastanza tempo ed ho ripiegato sul museo dirimpettaio di storia naturale. Dove ho trovato un altro pendolo di Foucault.

Purtroppo non ho avuto tempo di visitare Little Italy e la Old San Diego perché mi ero già comprato il biglietto per il museo marittimo che permette di visitare varie imbarcazioni, tra cui due velieri e due sottomarini.
Dei due velieri uno era storico e famoso, la Star Of India, l'altro è stato usato nel film "Master & Commander", ma dentro conteneva una mostra sulle balene.

La Star of India - San Diego
Dei due sottomarini, di cui come sapete sono follemente appassionato, uno era un vero sottomarino sovietico dismesso negli anni '90. L'altro un sottomarino americano usato per ricerche scientifiche e test su nuove apparecchiature per sottomarini.

La vita nel sottomarino era davvero dura. Solo per visitarlo si doveva attraversare un cerchio dal diametro di un metro per passare da un compartimento all'altro (infatti c'era l'avviso prima di salire "Prova a passare da qui, all'interno troverai diversi passaggi simili a questo"). Avrò rischiato di inciampare o battere la testa non so quante volte, ed ero da solo. Mi immagino quando era operativo.

La camera lanciasiluri di prua -  B-39 - San Diego
Con queste visite nautiche è terminata la mia sosta a San Diego.