sabato 3 settembre 2011

Diamo i numeri

Qualche numero intanto che aspetto il volo per Roma.

Giorni di viaggio effettivi: 35

Miglia percorse in auto: 7500 circa (poco più di 12000 km)

Miglia di media al giorno: 214 circa (345 km)

Numero di giorni in cui non ho preso l'auto affatto: 4, per cui la media passa a circa 242 miglia (390 km)

Numero massimo di miglia in un giorno: 590 (950 km circa)

Numero di auto: 2

Stati visitati in cui sono passato: 13, ovvero Florida, Colorado, Wyoming, Nebraska, Sud Dakota, Montana, Idaho, Utah, Arizona, Nevada, California, New Mexico, Michigan. In grassetto quelli in cui ho pernottato.

Numero di parchi nazionali visitati: 12, ovvero Badlands, Yellowstone, Grand Teton, Arches, Canyonlands, Capitol Reef,  Bryce Canyon, Death Valley, Yosemite, Joshua Tree, Petriefied Forest, Great Sand Dunes. In grassetto i parchi visitati per più giorni.

Città visitate: Las Vegas, San Francisco, San Diego


Altri luoghi di interesse visitati: Monte Rushmoore N.M., Custer S.P., Monument Valley, Petroglyph N.M., Cheyenne Mountain S.P.


Soldi vinti a Las Vegas: 900 $
Soldi persi a Las Vegas: 100 $

Numero di foto scattate: circa 1400
Numero di filmati: circa 170

Soldi spesi: circa 6000 euro, compreso la vincita.

Manca il dato dei chili acquisiti, che secondo me sono almeno 5, ma non ho mai trovato una bilancia..

venerdì 2 settembre 2011

Ricomincia il rientro


Oggi ho lasciato Santa Fe per avvicinarmi a Denver: ricomincia il rientro. Ma prima mi sono concesso un ultimo giro panoramico.

Prima tappa è stata Los Alamos, poco lontana da Santa Fe. Una piccola città famosa ovviamente per i suoi laboratori dove venne creata la bomba atomica. Quei laboratori sono attivi ancora oggi, ricevono un finanziamento di 2 miliardi di dollari l'anno, danno lavoro a circa 10.000 persone con 400 borse post-dottorato ogni anno. Credo che in tutta Italia di borse postdoc nella fisica siano molte meno. C'era un interessante museo della scienza, ovviamente molto pro-atomo.

Da lì mi sono spostato verso il passo Wolf Creek in mezzo alle montagne rocciose, ad oltre 3300 metri di quota, il punto più in alto raggiunto in tutto il viaggio.

Wolf Creek Pass, 3300 metri slm - Colorado

Quindi sono sceso verso le grandi dune sabbiose, l'ultimo parco nazione che visito. E' impressionante vedere queste gigantesce dune di sabbia  circondate dagli alberi. Si associa l'idea "dune di sabbia = deserto". Queste dune invece, alte 200 metri, sono in mezzo a montagne verdi. Tra l'altro sabbia finissima, in riva al mare non si trova così e senza sassi: ci si camminava benissimo senza scarpe (perché era nuvoloso, altrimenti il sole riscalda la sabbia a oltre 60°). Certo che se ne trovano di posti strani!!

Great Sand Dunes N.P. - Colorado

Great Sand Dunes N.P. - Colorado

Ho tentato di salire in cima ad una delle più basse, ma complice anche un fastidioso e forte vento trasversale che mi stava "insabbiando", sono sceso dopo circa 1/3 della salita, dove ho incontrato due italiani in pensione.
Nella foto si vedono delle persone che salgono sulle dune ed aiutano a capire la dimensione delle stesse.

Persone che salgono sulle dune - Great Sand Dunes N.P. - Colorado

Da lì mi sono portato a Pueblo, una cittadina vicino a Denver che domani potrò raggiungere in un paio d'ore.


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giovedì 1 settembre 2011

Di tutto un po'


Ma parliamo anche di argomenti in generale su questi Stati Uniti, almeno la parte che ho visto io.

La tecnologia.

Gli americani la ricercano e la producono, ma non la usano come si penserebbe. Telefonini modernissimi non se ne vedono tantissimi, IPad o tablet in giro non li ho proprio mai visti - mi capita di più in Italia - tranne che nei negozi Apple dove una moltitudine gioca con l'oggetto tecnologico. Computer preistorici ed in ben 5 motel hanno copiato a mano i dati della carta di credito per poi "stampare" meccanicamente la carta di credito sul foglio di carta copiativa: cosa che avevo visto in Italia una volta sola 10 anni fa. Tra l'altro uno di questi motel era nella Silicon Valley. Per non parlare dei negozi che vendono macchine fotografiche "usa-e-getta", di quelle come si usavano un tempo con una pellicola da sviluppare.
La copertura wireless quando c'è e funziona, è una pacchia. Ma ho trovato non pochi alberghi dove non funzionava (ma devo dire che c'era dappertutto).
I telefonini in molte parti degli stati uniti sono un oggetto inutile: non c'è nessun operatore che offre una copertura e quindi non sono usabili. In alcune zone non c'è copertura dei telefonini, ovviamente non c'è rete wireless e non c'è neanche nessuna stazione radio FM. Si ha proprio la sensazione di essere lontani dalla tecnologia, magari accanto a te c'è un allevamento di mucche - nel senso che ci sono delle mucche che pascolano nei prati in mezzo al nulla - e se non fossi su un'automobili lungo una autostrada non si potrebbe neanche dire di essere nel 2011.
Nei supermercati puoi prendere la tua frutta e verdura, pesarla, ma non prezzarla perché la bilancia è una normale bilancia meccanica. Poi alla cassa pesano e mettono il prezzo: non hanno, nella decina di supermercati che ho visitato, le "nostre" bilance in cui premi il disegnino della frutta/verdura e viene fuori l'etichetta del prezzo. All'inizio ho anche provato a chiedere dov'era (dando per scontato che c'era), ma il commesso mi ha guardato strano come se venissi da Marte. Poi si crea un qualche problema nelle casse automatiche dove non riesci a pagare da te perché deve passare l'addetto per mettere il codice della frutta/verdura che hai comprato (?)

I prezzi

I prezzi americani sono davvero fastidiosi, non tanto perché siano alti o bassi, generalmente sono simili ai nostri, ora abbiamo un ottimo cambio quindi sembrano anche bassi. Il fastidio deriva che trovi oggetti 29 dollari. Poi ci sono le tasse e ti ritrovi a pagare 33,20. Tra l'altro poiché i prezzi sono tutti tipo "24,90", "19,90", "29,90", dopo che si aggiungono le tasse vengono fuori numeri ancora più strani. Davvero scomodo.

I ristoranti

A parte il cibo, ho trovato i ristoranti americani più piacevoli dei ristoranti italiani. Arrivi ti portano al tuo tavolo, ti siedi e dopo neanche un minuto arriva un bicchiere d'acqua con del ghiaccio (a volte anche una fettina di limone). Poi ti chiede se vuoi anche altro da bere. L'acqua con ghiaccio nei ristoranti americani non si paga (è quella del rubinetto) e su questo mi sono trovato benissimo. Tra l'altro non appena vedono che il bicchiere è mezzo vuoto, subito te lo riempiono di nuovo: raramente ho dovuto chiedere altra acqua, mi hanno sempre anticipato. I camerieri a loro volta sono estremamente gentili, ti chiedono sempre se il piatto è di tuo gradimento, ti spiegano i vari piatti. Secondo me questo dipende anche dal fatto che sono pagati con la famosa "mancia" del 20% sul conto che si può ridurre al 10% (o sparire del tutto) se lavorano male.
Ma comunque devo dire che in generale in tutta l'america sono molto gentili: anche l'autista dell'autobus quando sali ti dice "buongiorno, come va?" o anche "benvenuto a bordo". Ripetendolo ad ogni singolo passeggero anche quando ne salgono 20 (anche perché intanto che sali controlla se hai il biglietto).

Le strade

Non ci sono poi tutte queste strade a sei corsie per senso di marcia come si potrebbe pensare: moltissime "autostrade" sono delle semplici strade con una corsia per senso di marcia, grandi più o meno come da noi, in zone certamente meno abitate (ma mica sempre, infatti si trovano delle belle code). Le uniche strade che sono sempre e comunque con due corsie per senso di marcia sono le interstatali, una sorta di "autostrada federale" e sono anche le uniche che non hanno incroci, ma in cui si entra e si esce come nelle nostre autostrade. Ho cercato di viaggiarci il meno possibile, quindi le conosco meno. Le altre "autostrade" normalmente attraversano le città come alcune nostre statali. Molte strade sono tenute male con un fondo stradale davvero pessimo e ci sono lavori in corso davvero dappertutto.

I limiti di velocità

Sono generalmente più bassi che da noi nei valori massimi e più alti in quelli medi. Ad esempio il limite tipo della interstatale (due corsie per senso di marcia come minimo) è 120 km/h (75 miglia/h). Su strade extraurbane è tipicamente 105 (65 miglia/h) mentre da noi o è 90 o è 70. Poi si trovano in alcuni tratti di strada limiti a 55 miglia/h (88 kmh), mentre in città è 45 in periferia (70), 35 nella zona industriale/commerciale (55), 25 nel centro o nella zona residenziale (40) e 15 in casi particolari (25). E questo sarebbe normale. Poi in alcuni si trovano limiti che variano di 5 miglia in 5 miglia (quindi anche 70, 60, 50, 40, 30, 20): mai capito il senso di mettere "70" invece si "65" o "75". Il top del ridicolo è stato ad Albuquerque con un cartello "Speed limit 18 mph". 18?? Ma perché non 15 allora? Volevano pagare qualcuno per fare un cartello apposta solo x lì? In Italia ci si lamenta sempre delle cose complicate e assurde ma un cartello con un limite a "27" kmh non l'ho mai visto.


mercoledì 31 agosto 2011

Santa Fe


Santa Fe è davvero una città insolita, come un po' tutto il New Mexico. Anzitutto la città si trova a 2100 metri di quota ed è la più "alta" città degli stati uniti: nelle guide dicono addirittura di fare attenzione a far lunghe passeggiate se si viene dal mare perché si potrebbe avvertire la differenza di quota.

Inoltre è anche la più vecchia città degli stati uniti, essendo stata fondata nel 1610 ad opera degli spagnoli. La città in effetti è stata spagnola prima e messicana poi fino al 1846. E di tutto questo, stranamente, sono rimaste ampie tracce.

Palazzo dei Governatori - Santa Fe . N.M.
Il Palazzo dei Governatori è il più antico edificio pubblico tuttora esistente negli stati uniti: infatti una prima costruzione di questo palazzo è appunto del 1610. Per gli standard di qui 400 anni sono un tempo lunghissimo.

L'architettura infatti è del tutto diversa da quella delle altri grandi città americane: un centro con strade piccole, casette basse stile "messicano".
Il centro di Santa Fe - N.M.
Certamente è una città piccola con i suoi 70000 abitanti, ma come capita spesso negli USA è la capitale dello stato. Qui in effetti ci sono anche ampie ragioni storiche. Tra l'altro hanno avuto non pochi problemi a diventare uno stato degli stati uniti perché erano considerati troppo "messicani": in effetti lo erano.

Nella visita della città mi sono dedicato soprattutto al museo di storia del New Mexico, uno dei pochi stati americani ad avere una qualche storia significativa. Interessanti anche le missioni e le chiese costruite nei secoli: anche se quello che vediamo oggi è stato per lo più ricostruito. Dettagli questi a cui gli americani non fanno molto caso. Ci sono non poche missioni spagnole "finte", nel senso che erano andate completamente distrutte e sono state ricostruite recentemente "simili" per motivi turistici.

Domani ultimo lungo giro in auto con cui mi avvicinerò a Denver ed al mio rientro in Italia.

lunedì 29 agosto 2011

I tombaroli


Oggi nell'attraversare l'Arizona ho visitato il parco della foresta pietrificata. E' un parco in mezzo al nulla, nel deserto del Colorado, lungo la famosa Route 66. Per la mia gioia non è frequentatissimo.

Vecchia indicazione della Route 66 Chicago - Santa Monica - Petrified Forest N.P. - Arizona

Il deserto del Colorado - Petrified Forest N.P. - Arizona

Il filmato del centro visitatori, proiettato su richiesta perché non c'era mai nessuno a guardarlo, racconta che il luogo era stato scoperto da uno spagnolo nel 1550 circa che non ci trovò nulla. Poi l'uomo bianco non ci ha messo più piede fino al 1855 quando c'è passato l'esercito americano per fare una mappa della zona perché ci sarebbe passata la ferrovia. Ed hanno scoperto la foresta pietrificata che fino ad allora i nativi avevano lasciato come la Natura ce l'aveva lasciata.

Arriva l'uomo bianco e succede di tutto: dinamite per far esplodere il legno pietrificato casomai contenesse qualcosa di prezioso, ma non era così. Solo comune quarzo. E allora l'uomo bianco si limita a depredare la zona per vendere il legno pietrificato ai turisti. In passato lo facevano proprio i turisti. C'è un pezzo di diario nel parco dei primi del '900 [quando era già reato federale raccogliere legno pietrificato] "Stiamo guardando per capire cosa lasciare e cosa portare via..."

Tutt'ora i tombaroli americani rubano una tonnellata al mese di legno pietrificato. Rivenduto tra l'altro nel negozio dentro il parco con la scritta "Questo legno pietrificato è stato raccolto legalmente fuori dal parco": immagino che il tombarolo l'avrà gettato nel giardino di casa sua per poi raccoglierlo legalmente fuori dal parco. Volevo chiedere al ranger se non trovava una contraddizione vendere legno pietrificato dentro il parco (fuori ce ne sono a bizzeffe) con il "non prendete nulla, salvate il parco!" ma poi nel timore del pensiero "E secondo te io il mutuo della casa come lo pago?" ho lasciato perdere.

Quello non è stato portato via rimane comunque affascinante.

Tronchi pietrificati - Petrified Forest N.P. - Arizona

Visto da vicino è anche più impressionante.


Una sezione di tronco - Petrified Forest N.P. - Arizona

Poi nel centro visitatori c'erano anche dei pezzi levigati come quelli venduti nel negozio accanto.

Legno pietrificato levigato nel centro visitatori - Petrified Forest N.P.

Una parte del parco è dedicata a quello che lo spagnolo del 1550 aveva chiamato "Il deserto colorato": in effetti qui, come anche in altri zone desertiche devo dire, si trovano molti colori diversi. Il che non mi spiega come mai questo parco sia tanto sottovalutato. A me, a parte la tratta del legno, è piaciuto molto.

Le rocce della foto seguente non sono "sporche": quel colore nero è proprio il loro colore naturale.

Black Mesa - Painted Desert - Petrified Forest N.P. - Arizona

Da lì mi sono portato ad Albuquerque, New Mexico.


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La polizia

[Torna dal Capitano senza i due sportelli anteriori dell'auto]

"Ehi dico, ma non ci dovrebbero essere due sportelli?"
"A lei non sfugge niente Capitano"
"Eh, trent'anni nella polizia"

Ho incontrato la polizia dell'Arizona. E non nemmeno perché. Stavo facendo le mie solite duecento miglia: stavolta, caso raro, ero nella interstatale e c'erano dei lavori in corso (strano non ci sono mai...) o come dicono qui "I tuoi dollari delle tasse al lavoro". Arrivano i soliti cartelli "Rallentare", rallento, soprattutto perché c'era il poliziotto.

Dopo un po' mi vedo arrivare dietro questa sorta di giostra viaggiante con tutte le lucine gialle, rosse e blu lampeggianti. Accosto, aspetto, arriva il poliziotto al finestrino. Mi dice di avvisarmi che stavo guidando nella corsia riservata all'emergenza. Poiché c'erano i lavori un cartello diceva di stare sulla corsia di sinistra e lasciare libera la corsia di destra (in cui passavano auto su auto mentre parlava). Avrà avuto ragione, io il cartello non l'ho proprio visto. Me lo sono anche fatto ri-spiegare e me lo ha pazientemente rispiegato mentre auto su auto continuavano a passare dove non si poteva. Mah...

Poi prende la patente, appura il mio indirizzo preciso e mi dice che va a controllare. Dopo qualche minuto mi da un verbale da firmare spiegandomi nell'inglese più semplice che conosceva "No money, only warning", cioè che non dovevo pagare nulla, ma che era solo un verbale di avvertimento (??). Lo faranno così una seconda volta un altro poliziotto già sa che sei stato "avvertito".

Il verbale giustifica la sua esistenza in un altro modo. "I verbali di avvertimento sono emessi come gentilezza e per ricordarti di fare la tua parte nel promuovere la sicurezza nelle nostre autostrade rispettando rigorosamente il codice della strada". Mah...

Sarà che anche l'orario in Arizona non aiuta.

L'ora in Arizona

Sopra l'Arizona c'è lo Utah nel quale stato adesso ad esempio sono le 23:13, come anche nel New Mexico da dove scrivo. L'Arizona trovandosi nello stesso fuso orario dello Utah dovrebbe avere la stessa ora, invece no. In Arizona non c'è l'ora legale: così in estate hanno il fuso orario della California (e quindi sono le 22:13), in inverno quello della Utah. Con il bel risultato che alle 7 di sera in estate è tutto buio. Ma non fosse già abbastanza complicato la "Navajo Nation" - la riserva indiana che è quasi interamente dentro l'Arizona - applica l'ora legale. Motivo per cui in luoghi, come i centri visitatori dei parchi, si trovano quattro orologi. E tra l'altro gli orari di molti negozi sono insoliti tipo "8 am - 5 pm" invece del classico "9 am - 6 pm".

Mah...

Una bella giornata

"Questa è una rapina dillo tu che hai la voce più grossa"
[...]
"Questa è... Questa è... "
"... è proprio una bella giornata" [sono nella sede della polizia]

La visita al Grand Canyon è stata una bella giornata, molto più tranquilla delle attese. Dopo l'esperienza di un parco affollato come Yosemite, temevo il peggio nel parco più famoso al mondo. Invece è tutto filato molto liscio a parte il tempo che è iniziato a peggiore, ma quando ormai avevo quasi concluso il giro.

Sono arrivato a quelle che credevo fossero le nove (ma del fuso orario dell'Arizona parlerò in seguito) e mi sono recato al centro visitatori dove ho visto il film introduttivo del parco, come in tutti i parchi. Ho anche comprato un blu-ray con una sintesi di vari parchi americani, superando i dubbi del commesso che mi avvisava in più modi temendo che non avessi capito che quell'oggetto non funziona con i normali lettori DVD. Anche sulla tecnologia in america servirebbe un post. Si può ben dire che gli avanza.

Quindi prendo l'autobus per vedere la parte ovest del parco, anche se per buona parte camminerò lungo il bordo del canyon usando l'autobus solo per il ritorno.

verso Hermit's Rest - Grand Canyon N.P. South Rim

verso Hermit's Rest - Grand Canyon N.P. South Rim
Camminare lungo il bordo del canyon era piacevole, la temperatura non altissima e si poteva gustare appieno la meraviglia che si aveva vicino. Certo suonano davvero assurde le parole dette dalla prima persona che lo ha visto "Questo luogo resterà isolato e ignorato per secoli". In effetti non ci sono minerali preziosi e non ci possono allevare mucche o coltivare grano. Un luogo inutile per lo standard dell'epoca.

Strada facendo mi sono anche divertito a far foto a dei fiorellini.


Dopo essere arrivato alla capanna "Hermit's Rest" sono tornato indietro al centro visitatori, ripreso l'auto per visitare la parte est del parco, la "Desert View". Dove si trova la famosa Torre di Guardia, da cui si può vedere ancora più dall'alto il parco.

Watch Tower - Desert View - Grand Canyon N.P. South Rim
Da lì il panorama del Grand Canyon era "modificato" dalle nuvole.

Desert View immersa nelle nuvole - Grand Canyon N.P. South Rim
Per finire vi lascio con qualche immagine del fiume Colorado che passa in mezzo al canyon. Sembra piccolo, ma non lo è per nulla.

Fiume Colorado dal centro visitatori - Grand Canyon N.P. South Rim

Fiume Colorado da Hermit's Rest - Grand Canyon N.P. South Rim

Fiume Colorado verso Desert View - Grand Canyon N.P. South Rim

Lasciato il parco, mi sono diretto a Flagstaff, 80 miglia più a sud dove avevo trovato un motel economico. Ed ho scoperto che, in inverno, è una località sciistica dell'Arizona. Non avrei mai immaginato che in Arizona ci fossero località sciistiche.


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sabato 27 agosto 2011

In middle of nowhere

Il lungo viaggio di oggi fino al Grand Canyon è iniziato con un incoraggiante "Prossimo distributore 100 miglia" [160 km]. Ed in effetti nelle prime due ore di viaggio dopo "29 Palms" (lo scrivono proprio con il numero) c'era solo il deserto ed era deserta anche la strada. Io adoro viaggiare così.

Deserto a est di 29 Palms - California

Alla fine dopo 110 miglia sono arrivato a Parker, sperduta cittadina dell'Arizona. Cambiato fuso orario, persa un'ora. Il paese oltre che sperduto sembra anche molto povero. Arrivato dal benzinaio, per la prima volta, qualcuno mi ha fatto benzina e il figlio mi ha lavato il vetro. In genere bisogna arrangiarsi ed agli sembra piacere fare la stessa cosa in tanti modi diversi, anche i distributori non fanno eccezione. Ognuno funziona in un modo diverso dall'altro: c'è quello che ti fa lo sconto se paghi in contanti, quello che praticamente non li vuole, quelli in cui devi per forza pagare prima alla cassa, quelli in cui puoi pagare solo alla pompa. Come il modo per accendere una lampadina: a volte si gira una rotella, a volte il "normale" interruttore, a volte altri meccanismi naif. O per la doccia dove a volte c'è una sola manopola che si può girare da una parte per l'acqua fredda, dall'altra per l'acqua calda; altre volte la stessa manopola si può girare solo in una direzione, prima arriva l'acqua fredda poi continuando a girare arriva l'acqua calda; altre volte ci sono due manopole, una per l'acqua fredda ed una per quella calda, ma una volta ne ho trovate _tre_.

Lasciata Parker, ho preso la strada panoramica lungo il fiume colorado: con le dighe che sono state messe, si sono creati dei laghi che vengono usati in modo ricreativo. Era impressionante da un alto c'era il deserto, dall'altro vedevi un motoscafo correre nel lago in mezzo al verde. Metà del turismo americano andrebbe in difficoltà senza quel fiume.

Deserto nei dintorni di Parker - Arizona

Uno dei laghi sul Colorado - Parker, Arizona

Arrivato a Kingman, ho preso la famosa Route 66, che mi ha deluso. Era segnata come strada "paesaggistica", ma non c'era nulla da vedere. Pascoli e allevamenti di mucche, e non sono proprio una novità. Ormai li ho visti dappertutto, dal confine con il deserto alla riva dell'oceano.

Alla fine dopo sette ore di viaggio sono arrivato al mio albergo, ma non ho resistito a far subito un salto al Grand Canyon, dato che l'albergo è a 5 minuti dall'entrata del parco.

Ecco una prima anticipazione.

Grand Canyon - Grand Canyon N.P. - Arizona

Grand Canyon - Grand Canyon N.P. - Arizona

Domani lo visito con calma, anche se l'affollamento non so se mi farà restare calmo.



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venerdì 26 agosto 2011

Il deserto


Con la tappa successiva ricomincia il viaggio verso est di 1300 miglia "nominali", cioè facendo il percorso più breve. Immagino che ne farò almeno 2000 in questa ultima settimana.

Oggi intanto ho fatto le prime 250 ed ho visitato, meglio attraversato, il Joshua Tree National Park, cioè il parco nazionale nel deserto del Mohave. La temperatura è passata dai 25 gradi ventilati di San Diego ai 40 gradi circa del deserto. Quanto a metà strada sono sceso di macchina per pranzare, quasi non credevo al caldo che c'era: ormai non c'ero più abituato.

Il deserto devo dire che si presenta bene.

Joshua Tree N.P. - California

Esplorando il parco, può sembrare strano per un deserto, ma si incontra distinti tipi di vegetazione che poi sono uno dei motivi che giustificano il parco stesso.

Ocotillo - Joshua Tree N.P.
Questi strani alberi chiamati "Ocotillo" sono il primo tipo di vegetazione che si incontra. Proseguendo ci si imbatte in un'altra pianta del deserto.

Cactus Cholla Orsacchiotto - Cholla Garden - Josha Tree N.P.
Questi cactus gialli e alti un metro creano un panorama molto particolare.

Cholla orsacchiotto

Infine, poiché ho visitato il parco al contrario si incontrano a perdita d'occhio i famosi Joshua Tree.

Joshua Tree - Joshua Tree N.P.

Domani mi aspetta una lunga tappa che mi porta a 5 miglia dal grand canyon dove sono riuscito a prenotare un motel. Ma prima di allora mancano 385 miglia (620 km) ed almeno otto ore di viaggio. Una parte del quale sarà attraverso la famosa Route 66, la storica autostrada Chicago - Santa Monica, dismessa nel 1985 di cui oggi esistono solo alcuni tratti.



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San Diego

Sicuramente a San Diego avrei voluto starci più tempo. Di tutte le città della california alla fine è quella che mi è piaciuta di più. Senz'altro ha contribuito anche il clima che finalmente è stato sereno da mattina a sera ed è sparita quella noiosa nebbia che sembra avvolgere tutto il resto della costa californiana, almeno fino al primo pomeriggio.

Il centro di San Diego visto dal porto.

Nel mio giorno e mezzo di visita, dopo essermi sistemato in uno dei miei migliori alberghi in cui sia stato finora, mi sono tuffato a vedere la USS Midway, la famosa portaerei che adesso è un museo galleggiante. Ci sono arrivato alle 3 e purtroppo chiudeva alle 5 e due ore sono assolutamente insufficienti per visitarla: da un lato non è proprio piccola, ci stavano 3500 persone, dall'altra ci sono filmati da vedere ovunque, visite guidate, ..

Il ponte della Midway visto da prua
Certamente vivere in quella nave era faticoso, tranne che per gli ufficiale di grado alto che avevano un po' di spazio in più.

Il giorno seguente ho fatto in tour della città sull'autobus "turistico": c'erano 10 fermate e si poteva scendere e riprendere un altro autobus più tardi. L'unico vincolo, davvero fastidio in tutta San Diego, era l'orario: alle cinque chiude tutto e l'ultimo autobus passa alle cinque. (E il primo alle 10).

Io mi sono fermato a Coronado, una città _dentro_ San Diego, in un'isola vicina collegata da un bellissimo ponte. Città che oggi è chiaramente luogo turistico per persone danarose.

Una strada vicino alla spiaggia a Coronado
La spiaggia di Coronado
La tappa successiva è stata il parco Balboa, un altro parco immenso dentro la città con 15 musei sugli argomenti più vari. Ero interessato al museo della scienza, soprattutto per alcuni documentari, ma non avevo abbastanza tempo ed ho ripiegato sul museo dirimpettaio di storia naturale. Dove ho trovato un altro pendolo di Foucault.

Purtroppo non ho avuto tempo di visitare Little Italy e la Old San Diego perché mi ero già comprato il biglietto per il museo marittimo che permette di visitare varie imbarcazioni, tra cui due velieri e due sottomarini.
Dei due velieri uno era storico e famoso, la Star Of India, l'altro è stato usato nel film "Master & Commander", ma dentro conteneva una mostra sulle balene.

La Star of India - San Diego
Dei due sottomarini, di cui come sapete sono follemente appassionato, uno era un vero sottomarino sovietico dismesso negli anni '90. L'altro un sottomarino americano usato per ricerche scientifiche e test su nuove apparecchiature per sottomarini.

La vita nel sottomarino era davvero dura. Solo per visitarlo si doveva attraversare un cerchio dal diametro di un metro per passare da un compartimento all'altro (infatti c'era l'avviso prima di salire "Prova a passare da qui, all'interno troverai diversi passaggi simili a questo"). Avrò rischiato di inciampare o battere la testa non so quante volte, ed ero da solo. Mi immagino quando era operativo.

La camera lanciasiluri di prua -  B-39 - San Diego
Con queste visite nautiche è terminata la mia sosta a San Diego.

mercoledì 24 agosto 2011

Santa Monica e Venice Beach

E così sono arrivato alle spiagge di Los Angeles. Non dopo aver visitato altre spiagge lungo la strada (breve) che porta qui da Santa Barbara.

Una spiaggia deserta nel tratto da Santa Barbara a Santa Monica

Molte spiagge sono dei "parchi", c'è una certa attrezzatura e si paga il parcheggio, circa 10 dollari. Non esiste il concetto di spiaggia gestita da un privato come da noi: in effetti esiste solo da noi.

Arrivati a Los Angeles si trovano queste due spiagge che non potrebbero essere più diverse: la spiaggia è sempre la solita, gigantesca, molto profonda, con le reti per giocare a beach volley, le piste ciclabili,... Intorno alla spiaggia è tutto molto diverso. A Santa Monica ci sono alberghi, grandi parcheggi e poc'altro.

Santa Monica e la sua spiaggia

A Venice Beach tutto lunga la spiaggia corre una via piena di locali e negozi abbastanza strani, diciamo così. Ad esempio giusto accanto al mio albergo, che è proprio lungo questa strada, c'è un negozio che vende "legal marijuana", nel senso per "motivi terapeutici" e da retta ai cartelli c'è il "dottore" che ti fa la ricetta. Poi negozi di tatuaggi, altri che vendono oggetti stravaganti, artisti di strada. Veramente molto folcloristico.

E domani ultima tappa "oceanica" con San Diego. Dove forse troverò ben 25°.



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lunedì 22 agosto 2011

Relax

"Com'è l'aragosta?"
"Molto buona, è al dente" [La mangia con il guscio].

Anche io ho mangiato l'aragosta, ma io l'ho mangiata senza guscio. Ma andiamo con ordine. Lascio San Luis Obispo e mi dirigo verso sud, lungo la hwy 1. Incrocio una spiaggia carina e scendo a farci due passi: le spiaggie dell'oceano sono davvero molto profonde. Prima di arrivare al bagniasciuga cammini, cammini. La spiaggia è semi-deserta per i nostri canoni, affollata per quelli di qui: c'è un gruppo di persone ogni 20/30 metri.

La spiaggia di Santa Barbara al tramonto
Dopo la passeggiata sulla spiaggia, riprendo l'auto e riparto, attraversando paesini davvero sperduti. In uno di questi, Guadalupe, mi fermo a fare benzina, entro nel negozio per pagare e non solo tutti parlavano spagnolo, ma le scritte erano prima in spagnolo poi più in piccolo in inglese. Poi ovviamente parlano anche inglese.

Poco prima di arrivare a destinazione, mi fermo in un'altra spiaggia. Mi ero già comprato un costume da bagno (46$ con lo sconto dell'80%, 9$, tutti uguali i negozi di vestiti... ) e nella spiaggia ho preso un telo da mare. Così ho potuto fare il bagno nell'oceano in questa bella spiaggia con le palme. Affollata come l'altra. L'acqua aveva una temperatura poco inferiore a quella a cui siamo abituati e le onde dell'oceano, seppure fosse "piatto", aiutano senz'altro a bagnarsi. Per piccola che possa essere è almeno alta 50/70 cm.

Intorno a me era pieno di aspiranti surfisti che cercavano di cavalcare queste ondine nell'unico punto in cui si rovesciavano prima di arrivare in spiaggia, con scarsi risultati devo dire. Soprattutto quando arrivava un'onda appena più alta del normale.

Dopo il bagno mi sono messo ad asciugare al sole e mezz'ora dopo mi sono spostato all'ombra della palma, per evitare complicazioni "solari". Con i 20 gradi e il venticello sapevo che il sole sarebbe stato letale: d'altra parte qui è all'incirca come essere in Libia. Il sole è lo stesso, la differenza di temperatura non aiuta a percepire il pericolo.

In serata sono arrivato a Santa Barbara, città grande quanto Arezzo, in cui non c'è nulla, tranne la spiaggia ed il molo di legno con dei ristoranti e negozi sopra. C'era anche un bel negozio di conchiglie.
"Ehi ehi ragazzi! Guardate! Guardate che bella questa conchiglia! Dove l'hai trovata? Ma fai la collezione?" "No, per fortuna mia la fanno gli altri." "Ah! E quanto può valere?" "Eh parecchio, perciò attento a non romperla." "Oh e chi te la rompe, io la guardo e basta. Con quello che vale, ci mancherebbe altro! È un pezzo raro! [Poi inciampa e cade rompendo in due la conchiglia]" "È un pezzo rotto..."
In serata sono andato a cena in un ristorante italiano "Da qui non uscirete con la fame". Praticamente faceva pasta in mille modi diversi con l'opzione "mezza porzione" "porzione intera". La "mezza porzione" erano almeno tre etti di pasta: caso raro nella mia vita non l'ho finita. La porzione intera mi aveva spiegato la cameriera la consigliano per tavoli con quattro persone. Ho speso 15 euro.


Il giorno dopo non ho fatto nulla. La parte interessante è stata di nuovo la cena, dove appunto ho mangiato l'aragosta. Una cena davvero deliziosa: i gamberi fritti (a patto di non immergerli in una salsa che mi avevano portato), una "zuppa di aragosta", non ho capito bene cos'era, ma era buona, l'aragosta da un chilo circa che mangiato accuratamente senza lasciar nulla oltre al guscio e il dolce al limone finale. Cena un po' più cara, ho speso un 35 euro. 






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sabato 20 agosto 2011

Lungo il pacifico

E finalmente sono riuscito a vederlo questo oceano: ancora il cielo è nuvoloso, ma la visibilità è senz'altro migliorata.

La tappa di oggi è stata una discesa lungo la costa della california da santa cruz a san luis obisbo lungo la "Highway 1", una magnifica strada panoramica che corre lungo la costa.

Prima tappa la 17-mile road, una strada circa rettangolare che racchiude 4 bellissimi, quanto inaccessibili, campi da golf. Inaccessibili sia per il costo sia per l'abilità richiesta: figuratevi che una buca parte dalla scogliera e se il tiro non è perfetto la pallina si perde "fuori limite", nel pacifico. La strada è comunque bella da girare per i paesaggi sul mare che offre. Non a caso, solo per percorrere la strada si pagano 10 dollari.

Uno scorcio da un punto panoramico nella 17-mile road - Pebble Beach - California

Da lì ho proseguito per Big Sur che ormai indica il tratto di 90 miglia di costa a picco nell'oceano. Big Sur è un paesino che si trova all'incirca a metà strada in questa zona impervia e bellissima. Certo un po' di sole avrebbe aiutato. Comunque alla prima discesa a mare fattibile sono sceso in spiaggia per respirare l'oceano.

Highway 1 - Big Sur - California
L'acqua è sempre freddissima e qui nessuno osava fare il bagno: anzi ero uno tra quelli meno vestiti in pantaloncini corti e maglietta.

Per pranzo mi sono fermato a Nepethe, poco sud di Big Sur, su una collina da cui si vede tutta la costa in lontananza. In queste zone con un po' di fortuna si avvistano anche delle balene. Panorama eccezionale, pranzo mediocre, conto buono per loro. C'era da aspettarselo.

Costa del pacifico da Nepethe - Highway 1 - California

Highway 1 - punto panoramico verso nord - California

Highway 1 - punto panoramico verso Sud

Arrivando vicino alla località studentesca di San Luis Opisbo, ho trovato una spiaggia con dei leoni marini che si riposavano. Arrivato al motel ho pensato di andare a cenare, ma nella città studentesca alle nove era tutto chiuso.

Domani dovrei rivedere il sole. La temperatura dovrebbe restare, stando alle previsione come oggi: massima intorno ai 24°, minima intorno ai 12°. Pensavo fosse freddo, ma è la normale temperatura nella costa della California in estate. Considerate che andando dritti lungo il parallelo da qui si arriva a sud di Lampedusa. Invidiatemi pure :-)


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venerdì 19 agosto 2011

Pizza con i peperoni

Ho così lasciato San Francisco, ancora immersa nella nebbia. Recuperare l'auto non è stato banale perché il parcheggiatore aveva stipato auto ovunque tranne che una sopra l'altra: ne ha dovute spostare sei per far uscire la mia.

Ho fatto una breve visita nella Silicon Valley. "Non vorrete affidare la sicurezza nazionale a qualche diodo al silicone", diceva maltradotta una battuta di un film degli anni '80. Perché "silicon" si traduce con "silicio", il componente di base di tutta l'elettronica. Qui intorno ci sono proprio tutti, tranne la microsoft. Io ho visitato il famoso GooglePlex: dall'esterno e senza far foto perché era proibito anche passeggiare dentro il loro giardino.

Si respira un'aria di vacanza: qua alcuni giocano a pallone, là altri a baseball, delle ragazze a pallavolo. In molti mangiano, era l'ora del pranzo, all'ombra degli alberi in dei bei tavolini per 4/6 persone. Tutti rigorosamente con il tesserino che li qualifica come dipendenti di Google. Alcuni camminano con le famose biciclettine di Google e nessuno che alza la voce o sembra avere fretta. Li vedi tutti muoversi e parlare come se fossero ad un picnic. E' famosa Google per questo.

Dopo vari altri giri mi sono fermato nel mio terzo Pizza Hut e questa volta ho chiesto la famosa "Peperoni pizza". Curioso di assaggiare questa famosa pizza americana presente in tutti i film americani e tradotta come "pizza con i peperoni". Forse sono l'unico che non lo sapeva, ma la "Peperoni pizza" è la pizza alla diavola o pizza con il salamino piccante. Ho anche chiesto al portiere se in america usa anche una pizza con i peperoni e per non sbagliare ho proprio mostrato l'ortaggio. Lui non l'ha mai mangiata e cmq non è comune. La loro pizza classica è questa e per essere più preciso mi ha spiegato che il salamino piccante è un oggetto di forma cilindrica con un impasto di maiale piccante che poi viene tagliato a fette sottili... Ma guarda!

La cosa che mi fa sorridere è come da noi in Italia si trovi davvero la "pizza con i peperoni" e, secondo me, molti la prendono spinti dalla curiosità dei tanti film americani  dove questi ultimi sembrano così golosi di questa pizza!! Posso anche capirli, io adoro la pizza con il salamino piccante.

Potete approfondire qui (in inglese).

Ma potranno i traduttori dei film inventarsi una pizza tipica americana?


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Welcome to San Francisco - Parte 2

Giornata di mezzi pubblici piuttosto intensa: al mattino visita al museo della scienza, poi dalla parte opposta della città al museo di arte contemporanea e quindi in serata c'è il musical alle 20.

Inizio dal museo dove ci sono varie esposizioni interessanti, in particolare un filmato di circa un'ora nel planetario sull'origine della vita - sembrava proprio di entrare dentro il filmato - e la visita alla foresta pluviale.
Molto curioso anche il famoso pendolo di Foucault, un famoso esperimento sulla rotazione terrestre che dal vivo non avevo mai visto.

Uscito nel primo pomeriggio dal museo della scienza, vedo sprazzi di sereno. Al che penso che potrebbe essere il momento buono per la crociera nella baia, così ritorno a market street da cui prendo la famosa cable car, l'autobus caratteristico di san francisco che mi porta al molo 41 da dove parte la nave.

Cable Car - Market Street - San Francisco
Purtroppo il tempo sopra la baia non ha gli stessi sprazzi di sereno ed è completamente coperto. Il Golden Bridge rimane per metà dentro la nebbia, si riesce ad avere una vista dell'isola di Alcatraz (che è anche possibile visitare).

Alcatraz - Baia di San Francisco
Finita la gita mi concedo un piccolo shopping nel "mio" Fisherman Wharf dopodiché prendo l'autobus per andare allo spettacolo. Mi siedo al mio posto, sono forse un paio di file troppo avanti, ma per il resto è un posto ottimo. Lo spettacolo è davvero bellissimo, tre ore che volano via.

Fuori dal teatro, alle 11.30, passano vari autobus, tra cui il mio che intorno a mezzonotte mi riporta nei pressi dell'albergo: certo la notte di San Francisco non è da questi parti perché ora è tutto chiuso e le strade sono completamente deserte. Nei dieci minuti che cammino dalla fermata all'albergo incontro una persona e un'auto.

Domani spero di completare il programma di San Francisco e poi mi sposto nel pomeriggio nella Silicon Valley.

Welcome to San Francisco - Parte 1

La visita di San Francisco è stata caratterizzata costantemente da due aspetti: il vento gelido e la nebbia. Sono riuscito a vedere qualche sprazzo di cielo sereno solo nel pomeriggio del secondo giorno.

Ma andiamo con ordine. Lascio il mio confortevole appartamento e mi sposto verso sud: ad un certo punto attraverso un ponte che è il ponte - il Golden Gate Bridge - ma è tutto talmente avvolto nella nebbia che quasi non me ne accorgo. Peccato, mi sarebbe piaciuto godermi un po' questo ponte.

Il Golden Gate Bride dal punto panoramico - San Francisco (3 pm)

Mi dirigo al centro informazioni turistiche per reperire una mappa della città e compro il "City Pass" che permette l'accesso a tre musei, all'acquario, ad una crociera nella baia e l'accesso illimitato a tutti i mezzi pubblici per sette giorni. In particolare c'è il museo della scienza ed io ci vado a nozze.

Mercato tra Union Square e Market Street - San Francisco

Mi dirigo con l'auto nel Golden Gate Park - il parco di San Francisco stile Central Park - e scopro che proprio oggi il museo della scienza è gratuito. Infatti c'è una fila lunghissima. Decido di rinviare al giorno seguente e visito un altro dei musei del city pass che ospita una mostra di Picasso (si paga a parte).

Dopo il museo visito il giardino botanico e quindi me ne vado in albergo. Mi compro un biglietto per il musical Billy Elliot. Dopodiché scendo nella hall e mi gusto l'aperitivo offerto dall'albergo e poi esco a fare un giro nel turistico Fisherman Wharf, quartiere ormai pieno di negozi per turisti. Arrivato più per caso che per intenzione al famoso Molo 39 vedo che ho l'opportunità di visitare l'acquario che, stranamente, chiude alle 8. In genere tutti i musei qui chiudono tra le 5 e le 6. L'acquario, su tre livelli, consente un'esperienza davvero immersiva.

A questo punto penso di cenare in uno dei ristoranti del posto - tutti italiani - ma poi desisto: proseguendo la gita proprio lungo l'oceano non mi mancherà occasione di mangiare buon pesce in ristoranti migliori e probabilmente più economici. Rinunciare non è così difficile perché trovo una panetteria che sforna pane fresco 24 ore su 24. E così ceno a pane e acqua. Qualcosa che mi mancava.

Purtroppo il tempo non mi ha consentito di fare foto migliori.


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giovedì 18 agosto 2011

Immerso nella nebbia

Eccomi di nuovo qua: riesco a scrivere solo ora questo post. Il blog aveva smesso di funzionare e non mi permetteva di inserire nuovi post da un paio di giorni.

Dopo aver lasciato Yosemite mi dirigo verso nord di San Francisco con l'obiettivo di vedere l'oceano: in effetti riesco a vederlo, ma da pochi metri di distanza perché il sole splendente che avevo sopra di me per tutto il tempo, diventa improvvisamente nebbia esattamente lungo la costa. E' il clima tipico di queste parti.

Comunque appena intravedo una spiaggia parcheggio l'auto e scendo lungo la spiaggia. Così scopro che non è solo nuvoloso/nebbioso, ma c'è anche un bel vento gelido. Incredibile quanto fa freddo. Davanti a me c'è l'oceano che non trasmetta quella sensazione di immensità dato che si vede solo per pochi metri. Ciò che mi stupisce sono invece i bagnanti! Ci sono più di una persona in costume da bagno, per lo più ragazze, alcune delle quali si buttano anche in acqua.

Io avevo letto che l'acqua dell'oceano in quella zona è molto fredda, così mi avvicino prudentemente per bagnarmi i piedi e sentire che effetto fa. Sembrava acqua con i cubetti di ghiaccio dentro!! Talmente fredda che a stento riesco a tenere i piedi in acqua per il tempo del riflusso dell'onda sul bagniasciuga. Sono ancora più stupito che qualcuno riesca a farci il bagno!

Verso sera vado nella città del mio motel. Credevo di aver prenotato a Jenner, oscuro paesino lungo la costa con 150 abitanti, invece il sito web mi aveva prenotato in un motel a 20 miglia da Jenner. Un paesino della Sonoma County. Questa zona è tutta vino e agricoltura biologica.

Trovo il mio motel viaggiando molto lentamente lungo la strada, cosa che un motociclista mi farà notare con un gesto internazionale dopo essere riuscito a superarmi. Il motel è grazioso e soprattutto mi hanno dato un'altra camera rispetto a quella prevista: questa è un appartamento con sala, angolo cottura, due camere, bagno. Veramente bella.

Mi sono anche fermato a mangiare nel paesino vicino dove come "antipasto della casa" mi hanno portato dei formaggi, del pane quasi italiano abbrustolito con dell'olio d'oliva - mai trovato prima - e una sorta di affettato che era nel sapore simile alla finocchiona. Come piatto principale devo dire che la carne, senza intrugli, non delude mai.

La mattina dopo sono partito per la mia visita di San Francisco, dove sono adesso. Adesso scappo, vado a vedere un musical che inizia tra un'ora. Era quasi esaurito, ma io sono da solo ed ho trovato un ottimo posto centro platea.


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